Dolore mentale e screening del rischio suicidario in un campione clinico di pazienti affetti da disturbi psichiatrici

Quando il dolore mentale è un campanello d'allarme: l'esperienza dei centri di Varese, Azzate e Arcisate

di Lucca G., Ielmini M., Trabucchi E., Aspesi G., Caselli I., Callegari C.

Secondo la moderna suicidologia il dolore mentale rappresenta uno dei principali fattori di rischio suicidario, accanto a costrutti più tradizionali come depressione, ansia e hopelessness. Questo lavoro si è posto l’obiettivo di approfondire la relazione tra livelli di dolore mentale e rischio di attuare un suicidio o un tentativo di suicidio nel breve periodo al fine di comprendere se la misurazione del dolore mentale possa essere utilizzata come strumento di screening nell’ambito della prevenzione suicidaria. A tale scopo, 105 soggetti con diagnosi psichiatrica sono stati reclutati presso la Struttura Complessa di Psichiatria Varese di ASST Sette Laghi in occasione di una visita di controllo presso i centri psico-sociali (CPS) di Varese,
Azzate e Arcisate e presso l’ambulatorio specialistico per l’ansia e la depressione dell’ ospedale di Circolo con misurazione dei livelli di dolore mentale, hopelessness, ansia e depressione, attraverso scale psicometriche. Sono state inoltre raccolte le variabili cliniche e sociodemografiche del campione. A distanza di 18 mesi, sono stati ricercati eventuali suicidi o tentati suicidi occorsi nel periodo successivo al reclutamento. Da quanto emerso dalle analisi statistiche, valori elevati delle scale BDI-II, OMMP e HAM-D hanno mostrato una significativa associazione con il rischio di mettere in atto un tentativo suicidario e, tra queste, OMMP e BDI-II hanno mostrato caratteristiche di buona applicabilità e predittività mostrandosi adatte ad essere utilizzate come potenziali strumenti di screening e prevenzione primaria del fenomeno suicidario.

Fa parte del numero
PsichiatriaOggi-AnnoXXXIV-n2-Cover

Anno XXXIV • n.2

Luglio – Dicembre 2021

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