Psichiatria e migrazione

Dal riconoscimento della vulnerabilità all’accompagnamento alla cura di pazienti migranti, richiedenti asilo e vittime di tortura

di Besana F., D’Amato M., Tanzi A., Silva A., Rocchetti M., Farinella E., Politi P.

Fino al 2017, seppure con una sensibile flessione rispetto agli anni precedenti, l’Italia è stata il principale punto di approdo nel Mediterraneo, se paragonata alla totalità dei flussi in Europa. In quel periodo gli arrivi sulle nostre coste sono stati stimati 2-3 volte superiori a quelli di Grecia e Spagna. Gran parte delle persone arrivate in Italia ha formalizzato una richiesta di asilo nel nostro Paese così che l’Italia è divenuta, dopo Germania e Svezia, il terzo paese dell’Unione Europea, per numero di richieste di asilo. Nell’ultimo periodo un ulteriore cambiamento ha riguardato la maggiore “stanzialità” dei migranti, che per lungo tempo avevano considerato l’Italia come luogo di transito. Quella dei migranti è quindi diventata una popolazione non più trascurabile per quanto concerne i suoi bisogni socio-sanitari, che presentano delle specificità.

Fa parte del numero
PsichiatriaOggi-AnnoXXXIV-n2-Cover

Anno XXXIV • n.2

Luglio – Dicembre 2021

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